Definizione dei CFD (contratti per differenza)
I contratti per differenza, comunemente noti come CFD, sono strumenti finanziari derivati che permettono agli investitori di speculare sulle variazioni di prezzo di un asset, senza possederlo fisicamente. La loro origine risale agli anni ’90, quando furono introdotti come un modo per eseguire operazioni di copertura contro le oscillazioni del mercato azionario. Da allora, i CFD hanno guadagnato popolarità, espandendosi in diversi mercati, inclusi quelli delle materie prime, delle valute e degli indici. Rappresentano attualmente uno strumento essenziale per molti trader, permettendo un accesso semplice e flessibile, come vedremo nelle prossime sezioni, a vari mercati globali.
Punti chiave
- Definizione dei CFD: I CFD (contratti per differenza) sono strumenti finanziari derivati che permettono di speculare sulle variazioni di prezzo di un asset senza possederlo fisicamente.
- Funzionamento dei CFD: Si basano sullo scambio della differenza di valore di un asset tra l’apertura e la chiusura del contratto.
- Leva finanziaria: Offre la possibilità di controllare un grande valore di asset con un investimento iniziale più piccolo, aumentando potenziali guadagni e perdite.
- Regolamentazione in Italia: Gestita dalla CONSOB, impone standard elevati per la trasparenza e la protezione degli investitori.
Tipi di asset coperti dai CFD
I CFD permettono di negoziare una vasta gamma di asset, inclusi ma non limitati a:
- Azioni: Permettono di speculare sulle variazioni di prezzo delle azioni di aziende senza possedere le azioni stesse.
- Indici: Danno la possibilità di fare trading sugli andamenti di interi settori di mercato o indici come il FTSE 100 o il Dow Jones.
- Materie prime: Consentono di negoziare su merci come oro, petrolio e prodotti agricoli.
- Valute: Offrono la possibilità di fare trading su coppie di valute, simile al forex, ma con la struttura dei CFD.
- Criptovalute: Forniscono un mezzo per speculare sulle fluttuazioni di prezzo delle criptovalute, come Bitcoin o Ethereum.
Accenni sulla normativa europea dei CFD
Con la crescita della loro popolarità, i CFD hanno attirato l’attenzione dei regolatori finanziari. In molti paesi, sono state introdotte normative per proteggere gli investitori da rischi eccessivi. In Europa, ad esempio, l’ESMA (European Securities and Markets Authority) ha imposto limiti alla leva finanziaria disponibile per i CFD e ha richiesto che i broker offrano protezione dal saldo negativo ai loro clienti. Queste misure mirano a garantire che il trading di CFD sia condotto in modo responsabile e trasparente.
Come funzionano i CFD
Quando un investitore apre una posizione su un CFD, non acquista o vende l’asset sottostante, piuttosto, stipula un contratto con il broker per scambiare la differenza nel valore di quell’asset tra il momento dell’apertura e della chiusura della posizione. Questa particolarità permette, come nel caso di altri strumenti finanziari derivati, di speculare sul titolo sottostante, sia in direzione long che short.
- Andare long: Se un trader prevede che il valore di un asset aumenterà, può “andare long”, ovvero aprire una posizione di acquisto. Se il valore dell’asset aumenta, il trader realizza un profitto sulla differenza.
- Andare short: Se, al contrario, un trader prevede un calo del valore, può “andare short”, ovvero aprire una posizione di vendita. Qui, un profitto viene realizzato se il valore dell’asset diminuisce.
Leva finanziaria
Un altro aspetto fondamentale del trading di CFD è la leva finanziaria. Questa permette di controllare una grande quantità di asset con un capitale relativamente basso. Se è corretto dire che la leva può amplificare i guadagni, d’altro canto può anche esacerbare le perdite. La gestione del margine diventa quindi un aspetto cruciale, dove i trader devono mantenere un livello minimo di fondi nel loro conto per coprire eventuali perdite.
In pratica, utilizzando la leva è come se chiedessimo alla piattaforma di prestarci, in senso lato, dei fondi. Per fare un esempio, immagini di voler acquistare, aprendo una posizione long, il CFD di un’azione al prezzo di 100 euro utilizzando i tuoi fondi. Nel caso in cui il titolo dovesse scendere del 2%, raggiungendo il tuo stop loss, chiuderesti l’operazione con una perdita di 2 euro. Con una leva x10, avresti potuto aprire una posizione di 1000 euro utilizzando solo i 100 euro disponibili nel tuo account, ma nell’esempio appena discusso, con un calo del 2% del prezzo dell’azione avresti in realtà perso il 20% dei tuoi fondi (20 euro). È chiaro che questo vale anche per i guadagni e, solitamente, la leva si applica anche alle commissioni della piattaforma quando previste.
Dove comprare o vendere CFD in Italia
In Italia, la maggior parte dei broker offrono la possibilità di scambiare e investire utilizzando strumenti finanziari derivati come i CFD. Abbiamo dedicato degli articoli di recensione e guida alla registrazione per due piattaforme che offrono questi strumenti. Riteniamo che le piattaforme IG e Plus500, oltre a permettere l’accesso alla maggior parte dei mercati globali, offrano il giusto compromesso tra commissioni e praticità dell’interfaccia per operare.
I CFD in Italia: regolamentazione normativa
I Contratti per Differenza (CFD) sono entrati nel mercato finanziario italiano nel primo decennio del 2000. La loro introduzione ha segnato un cambiamento importante nel modo in cui gli investitori italiani potevano accedere ai mercati finanziari. Questo perché prima dell’introduzione dei CFD, gli investitori italiani erano limitati principalmente a investimenti in azioni, obbligazioni e fondi.
La regolamentazione dei CFD in Italia è principalmente sotto l’egida della CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), l’ente regolatore del mercato finanziario italiano. La CONSOB assicura che tutti gli operatori finanziari, che offrono servizi di trading di CFD in Italia, rispettino determinate norme e regolamenti per garantire la trasparenza e la protezione degli investitori.
Direttiva MiFID II e protezione degli investitori:
- Direttiva MiFID: L’Italia, come membro dell’Unione Europea, segue la Direttiva sui Mercati degli Strumenti Finanziari (MiFID) e la sua successiva revisione, MiFID II. Queste direttive puntano a migliorare la trasparenza dei mercati finanziari e a standardizzare la regolamentazione dei servizi di investimento in tutta l’UE. Le normative MiFID impongono requisiti rigorosi in termini di divulgazione delle informazioni, esecuzione degli ordini e gestione dei conflitti di interesse.
- Limitazioni sulla leva finanziaria: La CONSOB, in linea con le linee guida dell’ESMA (Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati), ha imposto restrizioni sulla leva finanziaria massima disponibile per i trader retail che operano con CFD, per ridurre il rischio di perdite significative.
- Protezione del saldo negativo: I broker che offrono CFD in Italia sono tenuti a fornire una protezione del saldo negativo ai loro clienti. Ciò significa che gli investitori non possono perdere più denaro di quanto hanno depositato nel loro conto di trading.
- Divieto di incentivi per il trading di CFD: La CONSOB ha vietato l’uso di incentivi finanziari per promuovere il trading di CFD tra gli investitori al dettaglio, come bonus per nuovi depositi.
- Divulgazione dei rischi: I broker di CFD devono fornire ai loro clienti informazioni dettagliate sui rischi associati al trading di CFD, compresa la percentuale di conti di investitori al dettaglio che perdono denaro operando con CFD. È per questo motivo che praticamente tutte le piattaforme che offrono questi strumenti, durante la fase di registrazione, sottopongono l’utente a un quiz con alcune domande sul tema. L’obiettivo è comprendere quanto effettivamente conoscano i rischi associati a questi strumenti e valutare se aprire il conto.
Domande frequenti sui CFD
- Cosa sono esattamente i CFD?
- Sono strumenti finanziari derivati che permettono di speculare sulle variazioni di prezzo di un asset senza possederlo fisicamente.
- Come funzionano i CFD?
- Si basano sullo scambio della differenza di valore di un asset tra l’apertura e la chiusura di un contratto.
- Cosa significa “andare long” e “andare short” nei CFD?
- “Andare long” significa speculare sull’aumento del valore di un asset, mentre “andare short” indica la speculazione su un suo calo.
- Quali sono i vantaggi del trading di CFD?
- I vantaggi includono l’accesso a diversi mercati, l’uso della leva finanziaria e la flessibilità nelle strategie di trading.
- Quali rischi comporta il trading di CFD?
- I rischi includono le perdite potenzialmente amplificate dalla leva finanziaria, le variazioni di mercato e la regolamentazione.
- Come si gestisce il rischio nel trading di CFD?
- Attraverso la conoscenza del mercato, un piano di trading solido, l’uso prudente della leva finanziaria e la diversificazione degli investimenti.
- I CFD sono adatti ai principianti?
- Possono essere complessi per i principianti, è consigliata una buona formazione e comprensione dei rischi prima di iniziare.
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