La genesi dell’economia cognitiva
Il matrimonio tra economia e psicologia ha dato vita all’economia cognitiva. L’economia classica si basava sul modello dell’uomo economico, o “Homo Economicus”, che agiva in modo perfettamente razionale e interessato. Tuttavia, questa visione iniziò a essere messa in discussione quando studiosi come Daniel Kahneman e Amos Tversky evidenziarono come le decisioni umane spesso si discostassero dalla razionalità ideale, andando quindi a influenzare le decisioni economiche.
Il loro lavoro più noto, la “Teoria del prospetto”, rivoluzionò il pensiero economico mostrando come le persone valutano le perdite e i guadagni in modo asimmetrico, preferendo evitare le perdite piuttosto che ottenere guadagni equivalenti.
Un altro personaggio chiave nella nascita dell’economia cognitiva è Richard Thaler. Il suo lavoro ha spostato l’attenzione verso le imperfezioni e le idiosincrasie del comportamento umano nel contesto economico. Thaler, spesso considerato il padre dell’economia comportamentale, una sottocategoria dell’economia cognitiva, ha esplorato concetti come la contabilità mentale, nella quale le persone categorizzano in modo diverso il denaro a seconda della sua origine o del suo uso previsto, influenzando le decisioni di spesa.
Oltre alla psicologia, l’economia cognitiva ha attinto da altri campi come la sociologia, l’antropologia e le neuroscienze. Questa interdisciplinarità ha permesso una comprensione più ricca e sfaccettata del comportamento umano. Ad esempio, le scoperte in neuroscienza hanno fornito una comprensione maggiore di come il cervello elabora le informazioni economiche.
Punti chiave
- L’economia cognitiva integra la psicologia con l’economia per comprendere le decisioni economiche reali.
- I bias cognitivi, come il bias di conferma e l’effetto dotazione, hanno un impatto significativo sulle decisioni di investimento.
- L’economia cognitiva si avvale di metodi sia quantitativi che qualitativi.
- I progressi tecnologici e l’analisi dei dati stanno ampliando le applicazioni di questa branca dell’economia.
Fondamenti dell’economia cognitiva
Nell’economia cognitiva, il comportamento economico è visto attraverso la lente della psicologia umana. I ricercatori esaminano come le persone effettivamente prendono decisioni, anziché come dovrebbero prenderle secondo i modelli economici tradizionali. Ciò include l’analisi di come le emozioni, come la paura e l’avidità, possano guidare le scelte di investimento o di consumo. Gli esperimenti controllati, simili a quelli utilizzati in psicologia, aiutano a isolare e studiare specifici bias cognitivi. Allo stesso tempo, analisi qualitative, come interviste e casi studio, forniscono approfondimenti sulle ragioni dietro le decisioni economiche degli individui.
Un concetto centrale qui è il “bias cognitivo“, che rappresenta una deviazione dal pensiero razionale e logico. Questi bias possono essere innati, come il bias di sopravvivenza, o appresi, come quelli formati da esperienze culturali o educative. Ad esempio, il bias dell’ottimismo porta le persone a sovrastimare la probabilità di eventi positivi, influenzando così le decisioni di investimento e assunzione di rischi.
Nonostante la sua enfasi sulla psicologia, l’economia cognitiva non abbandona completamente le teorie economiche tradizionali. Al contrario, le utilizza come punto di partenza per comprendere dove e perché le decisioni reali deviano da quelle teoriche.
Impatto sugli investimenti
Come anticipato, il comportamento degli investitori è spesso irrazionale e guidato da emozioni, queste deviazioni comportamentali possono avere impatti significativi sui mercati finanziari. Ad esempio, l’effetto gregge, nel quale gli investitori seguono le azioni degli altri piuttosto che fare valutazioni indipendenti, può portare a bolle speculative o crolli del mercato.
Lo stesso dicasi per bias cognitivi, come il bias di conferma e l’effetto dotazione. Gli investitori tendono a ricercare informazioni che confermino le loro convinzioni preesistenti, ignorando segnali che potrebbero suggerire una direzione diversa. Questo porta, nella maggior parte dei casi, a una sovraesposizione in termini di investimenti rischiosi o a trattenere investimenti in perdita per troppo tempo.
Per mitigare l’impatto dei bias cognitivi, gli investitori possono adottare diverse strategie. Affidarsi a consulenti finanziari o strumenti di investimento automatizzati (ad esempio di robo-advisor) può aiutare a fornire una visione più oggettiva e a prendere decisioni meno influenzate dalle proprie sensazioni e bias.
Domande frequenti
- Che cos’è l’economia cognitiva? L’economia cognitiva è un ramo dell’economia che studia come le emozioni, i bias cognitivi e i fattori psicologici influenzano le decisioni economiche e finanziarie.
- Quali sono alcuni esempi di bias cognitivi in economia? Esempi includono il bias di conferma, l’effetto dotazione e il bias dell’ancoraggio.
- Qual è il ruolo della psicologia nell’economia cognitiva? La psicologia fornisce una comprensione dei processi mentali e delle emozioni che guidano il comportamento economico.