Che cos’è il prodotto interno lordo (PIL)?
Il prodotto interno lordo (PIL) è una delle misure più utilizzate per rappresentare la dimensione e la salute economica di un Paese. Definito come il valore totale di tutti i beni e servizi prodotti entro i confini di una nazione in un determinato periodo, il PIL è un indicatore della potenza economica e della produttività. Utilizzato sia da economisti che da coloro che prendono decisioni politiche, il prodotto interno lordo funge da termometro per valutare la crescita economica e la stabilità. La sua importanza nell’economia globale, nonostante una serie di limiti, rimane indiscussa, fornendo un punto di riferimento essenziale per comprendere e comparare le economie di diverse nazioni.
Nascita ed evoluzione del PIL
Durante la Grande Depressione, i governi e gli economisti si trovarono a navigare in acque inesplorate. L’economia mondiale era in frantumi, e c’era una disperata necessità di comprendere l’entità della crisi per poter implementare politiche efficaci.
Simon Kuznets, spesso considerato come colui che teorizzò il concetto di prodotto interno lordo, non solo propose un nuovo modo di misurare l’economia, ma offrì anche un nuovo modo di pensare l’economia. Il suo approccio non si limitava a quantificare la produzione economica, ma cercava di capire come quella produzione influenzasse e fosse influenzata dalla società in generale.
Nel dopoguerra, con la ricostruzione e la nascita di un nuovo ordine economico globale, il PIL assunse un ruolo ancora più centrale. Divenne lo strumento per eccellenza per valutare la ripresa economica, guidare la politica economica e persino per la pianificazione a lungo termine dei paesi in via di sviluppo. In un mondo sempre più interconnesso come quello odierno, le fluttuazioni del PIL in una nazione possono avere ripercussioni immediate su scala globale, influenzando mercati, politiche e persino relazioni internazionali.
Come si calcola il PIL?
Il prodotto interno lordo può essere calcolato attraverso tre approcci principali: produzione, spesa e reddito. Ognuno di questi metodi fornisce una prospettiva differente sulla salute economica di un paese.
- Metodo della produzione: Questo metodo misura il valore totale dei beni e servizi prodotti in un paese. Per esempio, nel 2019, il settore manifatturiero italiano ha contribuito per circa il 15% al PIL del paese, mostrando l’importanza di questo settore nell’economia nazionale.
- Metodo della spesa: È forse il più diretto e facile da comprendere. Includendo tutte le spese nell’economia, questo metodo offre un quadro immediato della domanda economica. Durante la crisi finanziaria del 2008, si è osservato un significativo calo delle spese di consumo e degli investimenti in molti paesi, portando a una netta riduzione del PIL.
- Metodo del reddito: Questo metodo somma tutti i redditi guadagnati dalle persone e dalle imprese. È interessante notare come, in periodi di crescita economica, come gli anni precedenti la crisi del 2008, si è visto un incremento dei redditi aziendali, che ha contribuito positivamente al PIL.
PIL nominale vs PIL reale
Una distinzione fondamentale nel calcolo del prodotto interno lordo è quella tra il PIL nominale e il PIL reale. Prendiamo l’Italia come esempio: nel 2000, il PIL nominale era di circa 1.165 miliardi di euro, mentre nel 2010 era salito a circa 1.580 miliardi di euro. Tuttavia, tale crescita non rifletteva necessariamente un effettivo aumento nella produzione o nel benessere, poiché una parte di essa poteva essere attribuita all’effetto dell’inflazione. Ecco perché il PIL reale, che elimina l’effetto dell’inflazione, è una misura più accurata della crescita economica effettiva.
Che cos’è il PIL pro capite?
Il PIL pro capite è una misura che affina ulteriormente il concetto di prodotto interno lordo, offrendo una prospettiva che va oltre i numeri grezzi e fornisce una visione più chiara del benessere economico individuale all’interno di un paese. Questa misura divide il PIL totale per il numero di persone che vivono in un paese, dando una media che rappresenta il valore economico prodotto per ogni individuo.
Il PIL pro capite è comunemente impiegato come indicatore del tenore di vita. Paesi con un PIL pro capite elevato sono generalmente considerati più sviluppati e con un più alto standard di vita. Tuttavia, è importante notare che un alto PIL pro capite non è sempre sinonimo di equità sociale o di qualità della vita. Ad esempio, un paese con grandi disuguaglianze di reddito potrebbe avere un alto PIL pro capite, ma una significativa percentuale della sua popolazione potrebbe non godere dei benefici di questa ricchezza.
Esempi storici
Un esempio storico significativo è il boom economico italiano del dopoguerra, noto come il “Miracolo Economico”. Tra gli anni ’50 e ’60, l’Italia ha vissuto una rapida crescita industriale, che ha portato a un notevole aumento del PIL pro capite. Questo periodo ha segnato una trasformazione nella società italiana, con un miglioramento generale dello standard di vita e un aumento dei consumi.
I limiti del PIL come indicatore
Il prodotto interno lordo, nella sua forma base, misura solo l’attività economica, senza prendere in considerazione la qualità o la sostenibilità di questa attività. Per esempio, il PIL non distingue tra spese che promuovono il benessere a lungo termine (come l’istruzione e la sanità) e quelle che possono avere impatti negativi (come la spesa per la pulizia in seguito a un disastro ambientale).
Uno dei principali argomenti critici nei confronti del PIL è che non tiene conto della distribuzione della ricchezza tra la popolazione. Un paese può avere un prodotto interno lordo elevato, ma se la maggior parte di quella ricchezza è concentrata nelle mani di pochi, la maggior parte dei cittadini potrebbe non godere dei benefici di tale ricchezza. Nonostante il forte PIL, paesi come gli Stati Uniti e l’Italia hanno livelli elevati di disuguaglianza economica.
Il PIL ignora anche la sostenibilità ambientale. L’incremento del PIL potrebbe essere accompagnato da un degrado ambientale, che a lungo termine può portare a costi economici, sanitari e sociali, basti pensare alla Cina.
In risposta a queste limitazioni, sono state proposte diverse nuove metriche. Indici come l’Indice di Sviluppo Umano (ISU) e il Genuine Progress Indicator (GPI) cercano di fornire una misura più olistica del progresso, incorporando fattori come la salute, l’istruzione e la sostenibilità ambientale.
Indice di sviluppo umano (ISU)
L’Indice di Sviluppo Umano (ISU) è una misura statistica composta utilizzata per classificare i paesi in base al loro “sviluppo umano”, un termine che va oltre il semplice guadagno economico. L’ISU considera tre dimensioni chiave del benessere umano:
- Longevità e salute: misurate dall’aspettativa di vita alla nascita.
- Istruzione: valutata attraverso la durata media e massima dell’istruzione ricevuta dalle persone di 25 anni e più.
- Tenore di vita: calcolato in base al reddito nazionale lordo pro capite.
L’obiettivo dell’ISU è fornire una visione più completa del progresso, considerando aspetti della vita umana che il PIL non cattura. Questo indice è particolarmente utile per valutare l’efficacia delle politiche pubbliche e per identificare le aree in cui i paesi possono migliorare per aumentare il benessere dei loro cittadini.
Genuine progress indicator (GPI)
Il Genuine Progress Indicator (GPI) è un indicatore economico alternativo al PIL, progettato per misurare il benessere e la sostenibilità di un’economia piuttosto che la sua semplice dimensione o produttività. A differenza del PIL, che conta tutte le spese come positive, il GPI cerca di distinguere tra spese economicamente positive e negative. Il GPI considera fattori quali il costo dell’inquinamento, la perdita di biodiversità, l’erosione del suolo e altri costi ambientali. Inoltre, tiene conto di aspetti come il lavoro domestico e il volontariato, e sottrae i costi associati a fenomeni negativi come la criminalità e gli incidenti stradali. L’idea alla base del GPI è quella di fornire una misura più accurata del progresso, includendo aspetti del benessere e della qualità della vita che il PIL tradizionale tende ad ignorare.
I 15 Paesi con il PIL più alto (aggiornato al 2023)
Nella nostra analisi del prodotto interno lordo (PIL), abbiamo già discusso la sua definizione, importanza, metodologie di calcolo e impatto storico. In questa sezione approfondiremo ulteriormente il tema con i dati più recenti sul PIL di alcune delle maggiori economie mondiali, messi a confronto con i dati di un decennio fa. Questo confronto non solo rivela le tendenze e i modelli di crescita o declino economico, ma fornisce anche una prospettiva sull’evoluzione globale delle economie in un periodo caratterizzato da cambiamenti rapidi.
- Stati Uniti
- 2023: $26.949 trilioni
- 2013: $16.784 trilioni
- Cina
- 2023: $17.701 trilioni
- 2013: $9.607 trilioni
- Germania
- 2023: $4.430 trilioni
- 2013: $3.752 trilioni
- Giappone
- 2023: $4.231 trilioni
- 2013: $4.919 trilioni
- India
- 2023: $3.732 trilioni
- 2013: $1.859 trilioni
- Regno Unito
- 2023: $3.332 trilioni
- 2013: $2.678 trilioni
- Francia
- 2023: $3.049 trilioni
- 2013: $2.811 trilioni
- Italia
- 2023: $2.186 trilioni
- 2013: $2.130 trilioni
- Brasile
- 2023: $2.127 trilioni
- 2013: $2.465 trilioni
- Canada
- 2023: $2.118 trilioni
- 2013: $1.842 trilioni
- Russia
- 2023: $1.862 trilioni
- 2013: $2.230 trilioni
- Messico
- 2023: $1.811 trilioni
- 2013: $1.274 trilioni
- Corea del Sud
- 2023: $1.709 trilioni
- 2013: $1.305 trilioni
- Australia
- 2023: $1.688 trilioni
- 2013: $1.560 trilioni
- Spagna
- 2023: $1.582 trilioni
- 2013: $1.358 trilioni
Domande frequenti
- Che cos’è il PIL? Il PIL è il valore totale dei beni e servizi prodotti in un paese in un dato periodo.
- Perché il PIL è importante? Il prodotto interno lordo è fondamentale perché offre una misura quantitativa dell’attività economica di un paese, influenzando politiche economiche e decisioni di investimento.
- Quali sono i limiti del PIL come indicatore? Il PIL non considera la distribuzione della ricchezza, l’impatto ambientale o la qualità della vita, fornendo così una visione parziale del benessere di una nazione.
- Che cos’è il PIL pro capite e perché è importante? Il PIL pro capite divide il prodotto interno lordo totale per la popolazione di un paese, fornendo una misura media del valore economico prodotto per persona.
- Qual è la differenza tra PIL nominale e reale? Il PIL nominale è calcolato ai prezzi correnti, mentre il PIL reale è aggiustato per l’inflazione.
- Che cos’è l’Indice di Sviluppo Umano (ISU)? L’ISU è un indicatore che misura lo sviluppo umano basandosi su aspetti come la salute, l’istruzione e il tenore di vita.
- Che cos’è il Genuine Progress Indicator (GPI)? Il GPI è un indicatore che valuta il progresso economico considerando fattori ambientali e sociali, fornendo un’alternativa più olistica al PIL.